Corfù, in greco Kerkyra. Nome di una ninfa amata da Poseidone che la portò sull'isola dove nacque Feacas, capostipite dei Feaci.
Anche Nausicaa figlia di Alcinoo re dei Feaci trattenne qui Ulisse prima del suo ritorno ad Itaca.
Sembra già dall'antichità un luogo colmo di attrattive.
I primi di Maggio scorso la visito. Non provavo molto entusiasmo ricordando le più tipiche mediterranee Creta o Rodi.Ho cambiato totalmente opinione.
Appena atterrata in aeroporto, comodissimo ad appena 2 km dal centro, mi accoglie la proprietaria della stupenda mansarda dove trascorro la prima notte , Roof Garden House , parlando italiano. Dice che tutti i giovani vogliono imparare l’italiano e amano l'Italia. Con la sua spartana auto rossa anni 80 passiamo sulle rive della città e già si intravede la bellissima Fortezza Vecchia a sinistra e il Liston e la Spianada sulla destra.
La citta vecchia di Corfù è affascinante.Un dedalo di stradine labirintiche tra case alte e strette , non meno di 4 piani(anche la mia mansarda è al quarto piano da cui si gode una vista spettacolare sui tetti sul mare e in lontananza la terraferma greca): nel tempo il numero dei cittadini crebbe ma la città era delimitata dalle 2 fortezze e si espanse quindi in altezza.
Appena sistemata scendo a passeggiare verso la Fortezza Vecchia e mi trovo praticamente a… Peschiera del Garda! Il colpo d’occhio è incredibile.Stessa mano veneziana ai bastioni possenti di entrambi i capolavori di architettura militare , davvero identiche , non scherzo , solo che al Mincio si sostituisce un porticciolo sul mar ionico.
La fortezza prima bizantina poi veneziana poi inglese è una cittadella fortificata , vi sono una prigione 2 caserme e un ospedale ora scuola di musica. Quello che sembra un tempio greco è la chiesa di san Giorgio costruita dagli inglesi nel 1840 (gli inglesi controllarono l’isola dal 1815 al 1864) .
Ovunque vedo Leoni di San Marco che mi fanno sentire a casa ma è soprattutto il panorama che si gode dalle mura sulla città e sul mare che cattura.
Ovunque vedo Leoni di San Marco che mi fanno sentire a casa ma è soprattutto il panorama che si gode dalle mura sulla città e sul mare che cattura.
La Spianada si stende appena fuori dall’isola della Fortezza vecchia , un ampio parco con fontane statue panchine luogo di ritrovo come il vicino Liston.
Anche qua le similitudini con Verona sono obbligatorie...come l’omonimo in piazza Bra pure questo invita ad una passeggiata lungo bellissimi palazzi storici e portici che accolgono corfioti e turisti in pasticcerie bar e ristoranti dando un senso di vero salotto.
Sarei rimasta volentieri nella capitale ma il mio soggiorno continua a Benitzes dopo una notte tempestosa (da lassù sopra i tetti veleggiavo come Daland nel primo atto dell'Olandese Volante) che mi regala un'alba da cartolina.
In realtà superato un iniziale sgomento...tutto deserto per il periodo...questo villaggio tipico di pescatori a 10 km a sud della Old Town mi accoglie con buone taverne e un simpatico museo del mare oltre ad una lussureggiante natura appena ti inoltri su per la collina. Sarò fissata ma anche qui la costa ricorda tantissimo per vegetazione e morfologia un punto tra Garda e Torri del nostro lago del Benaco.
Terzo giorno dedicato all’ Achilleion , la Villa che l’Imperatrice d’Austria costruì e che fu suo rifugio saltuario dal 1891 alla prematura e tragica morte(1898).
Il palazzo in stile neoclassico su progetto dell’architetto italiano Raffaele Carito è elegante e sontuoso e merita assolutamente una visita . Non per altro per l’atmosfera che respiri :
a piano terra , sulla sinistra della grande scalinata scenografica di marmo con alla base le statue di Zeus ed Era , si aprono proprio le stanze dove soggiornava Elisabetta , il suo letto , l’armadio con un grande specchio (passava ore a prepararsi e aveva una cura ossessiva dei suoi bellissimi capelli) , la scrivania ed un altra stanza tutta su toni verdi.
La vedi cercare conforto tra i suoi miti epici (Achille appunto compare in un grandioso dipinto nella scena dove a guida di una biga trascina il corpo di Ettore sconfitto , impressionante , ma anche nella statua in cui è morente , la più amata dall’Imperatrice , dello scultore Ernst Herter ) o passeggiare lungo il colonnato all’ultimo piano tra statue di Muse , Grazie e busti di filosofi .
Il giardino emana grande pace e ordine infatti la statua fuori misura di Achille trionfante , oltre 5 metri di altezza , non è dell’epoca di Elisabetta ma commissionata da Guglielmo secondo, il successivo proprietario della villa.
Girando e soffermandomi anche sui suoi ritratti quello che suscitano è un senso di solitudine , dopo la morte del figlio Rodolfo nel 1889 l'imperatrice triste e sfortunata si vestì sempre di nero e nei suoi diari ebbe anche pensieri estremi . Spero possa essersi un po’ ristorata e placata in questa oasi di bellezza.
Ecco, un primo assaggio di Corfù finisce qua per ora. Ho scoperto un’isola molto vicina sia culturalmente e storicamente che fisicamente a noi, solo un ora e mezza di volo dal nord Italia.
A presto.
All photos are copyrighted
©LauraColonello2018
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